Arriva il primo taglio dei tassi del 2025, la Banca Centrale Europea li riduce di 25 punti base. La riduzione è stata motivata da un'inflazione che non solo sta evolvendo in linea con le attese della BCE ma è anche sulla buona strada per attestarsi intorno all’obiettivo del 2%.
Con il taglio di 25 punti base deciso oggi dal Consiglio Direttivo della BCE (Banca Centrale Europea), il tasso di interesse sui depositi presso la banca centrale sarà ridotto al 2,75%. I tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e sulle operazioni di rifinanziamento marginale saranno ridotti rispettivamente al 2,90% e al 3,15%. Le modifiche entreranno in vigore a partire dal 5 febbraio 2025.
Secondo la BCE, l’inflazione ha continuato a evolvere sostanzialmente in linea con le proiezioni degli esperti e dovrebbe tornare all’obiettivo del Consiglio direttivo del 2% a medio termine nel corso dell’anno. Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo. L’inflazione interna resta elevata, principalmente perché salari e prezzi in determinati settori si stanno ancora adeguando al passato incremento dell’inflazione con considerevole ritardo. La crescita delle retribuzioni si sta però moderando secondo le attese e i profitti ne stanno parzialmente attenuando l’impatto sull’inflazione.
Per i prossimi mesi la BCE è determimata ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sull'obiettivo del 2% a medio termine. Per definire l’orientamento di politica monetaria adeguato, l'approccio sarà guidato dai dati in base al quale le decisioni della BCE vengono adottate di volta in volta a ogni riunione. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria, senza vincolare l'istituto centrale a un particolare percorso dei tassi.
L’inflazione sui dodici mesi è aumentata al 2,4% a dicembre, dal 2,2% di novembre. Come nei due mesi precedenti, l’aumento atteso riflette principalmente il fatto che i bruschi cali passati dei prezzi dell’energia non rientrino più nel calcolo del tasso sui dodici mesi. Oltre all’incremento di dicembre sul mese precedente, ciò ha determinato lievi rincari dell’energia su base annua, dopo quattro cali consecutivi. L’inflazione degli alimentari è diminuita al 2,6% e quella dei beni allo 0,5%, mentre è cresciuta al 4,0% per i servizi.
La BCE si attende che l’inflazione oscilli intorno ai livelli attuali nel breve periodo, per poi attestarsi stabilmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine. L’attenuarsi delle pressioni sul costo del lavoro e il perdurante impatto sui prezzi al consumo del passato inasprimento della politica monetaria dovrebbero favorire questo processo. Sebbene gli indicatori di compensazione dell’inflazione ricavati dai mercati abbiano segnato un’ampia inversione rispetto alle flessioni osservate in autunno, la maggior parte delle misure delle aspettative di inflazione a più lungo termine continua a collocarsi intorno al 2%.
Il nuovo taglio della BCE non porterà a una grande riduzione dei tassi sui mutui, perché la "mossa" della BCE era stata ampiamente prevista.Secondo il rapporto Abi di dicembre 2024 il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni a novembre 2024 è diminuito al 3,23% rispetto al 3,27% di ottobre 2024 e in calo rispetto al 4,42% di dicembre 2023; il tasso medio sul totale dei prestiti (sottoscritti negli anni) è sceso al 4,55% dal 4,62% del mese precedente.
Cambiare mutuo, le strategie da utilizzare
Rinegoziazione
E’ la soluzione più semplice, in sostanza si tratta di modificare le condizioni del contratto con la banca che l’ha erogato. L’operazione è senza costo ed è una possibilità che le banche concedono frequentemente per evitare di perdere il cliente o che quest’ultimo non riesca più a far fronte al pagamento delle rate. Con questa operazione si può chiedere l’aumento della durata del mutuo (ad es. da 20 a 30 anni), il passaggio da tasso variabile a tasso fisso (o viceversa), riduzione dello spread (il surplus che la banca aggiunge al tasso di riferimento). Oltre a essere senza costi, con la rinegoziazione non si perdono i benefici fiscali (se previsti) e le garanzie negoziate con il contratto originario valgono anche con il “nuovo” mutuo. Come chiedere la rinegoziazione? Non ci sono grandi formalità, basta recarsi alla filiale della propria banca.
Surroga
Introdotta in Italia con la legge n. 40/2007 (cd legge Bersani) la surroga o portabilità del mutuo permette di trasferire il proprio mutuo ad altra banca (a migliori condizioni) senza alcun costo. Infatti con la surroga si possono modificare i parametri del mutuo senza modificare il debito residuo, così facendo si può ridurre la rata mensile agevolando le famiglie in difficoltà. Inoltre, poiché il mutuo non si estingue, la vecchia banca non può chiedere una penale per l’estinzione anticipata e non può opporsi alla surroga. La nuova banca non può applicare costi per commissioni, istruttoria della pratica, perizia, accertamenti catastali, notaio o altro, sola eccezione l’importo della tassa per l’iscrizione della surroga del mutuo nei registri immobiliari (35 euro). Anche la polizza assicurativa può essere trasferita alla nuova banca senza alcuna spesa, se lo desidera il consumatore. La legge ha previsto tempi certi per il trasferimento del mutuo (massimo 30 giorni lavorativi) e un risarcimento (1% del valore residuo del mutuo per ciascun mese o frazione del mese di ritardo) se questi tempi non vengono rispettati. Come richiedere la surroga? Innanzitutto, bisogna andare in diverse banche per avere i preventivi da confrontare e scegliere non solo il mutuo più vantaggioso ma anche quello che si adatta meglio alle proprie esigenze. Attenzione una banca non è obbligata ad accettare la richiesta di portabilità del mutuo, ciascun istituto di credito valuterà il richiedente secondo i propri parametri.
Sostituzione
Con la sostituzione del mutuo si può chiedere alla banca un importo maggiore rispetto al mutuo residuo. Questa operazione vale per i consumatori che non solo vogliono ottenere condizioni più vantaggiose per il mutuo, ma anche più liquidità. I costi per la sostituzione del mutuo sono maggiori rispetto a rinegoziazione o surroga, perché il vecchio mutuo viene estinto e se ne sottoscrive uno nuovo e di importo diverso. Quindi ci saranno da pagare tutte le spese consuete: oneri notarili, imposte, spese di istruttoria, perizie e polizze assicurative. Attenzione se la data del mutuo originario è anteriore a febbraio 2007, in caso di sostituzione va pagata anche una penale di estinzione anticipata, il cui ammontare varia dall’1 al 3% rispetto all’importo del mutuo. Quindi prima di procedere con questa operazione, sarebbe meglio valutare tutti questi costi. Infatti se si ha bisogno di liquidità potrebbe essere più conveniente chiedere la surroga del mutuo a cui aggiungere un prestito per avere liquidità aggiuntiva. Attenzione però a non cadere nel sovraindebitamento. Come chiedere la sostituzione? Valgono le indicazioni della surroga, avere più preventivi e ricordarsi che l’operazione non è obbligatoria per la banca.