Inflazione sotto l'1% a novembre. Ma le famiglie sono ancora in affanno

Secondo le stime preliminari, nel mese di novembre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una riduzione dello 0,4% su base mensile e un aumento dell'0,8% su base annua dall'1,7% del mese di ottobre.

L’Istat ha calcolato che a novembre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra una riduzione dello 0,4% su base mensile e un aumento dell'0,8% su base annua, ancora un deciso calo rispetto allo scorso mese di ottobre quanto si era attestato a +1,7%. 

La decelerazione del tasso di inflazione si deve prevalentemente ai prezzi degli Energetici, sia non regolamentati (da -17,7% a -22,5%) sia regolamentati (da -31,7% a -36,0%), e, in misura minore, al rallentamento degli Alimentari lavorati (da +7,3% a +6,3%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +5,5% a +4,6%) e dei Servizi relativi ai trasporti (da +4,0% a +3,5%). Tali effetti risultano solo in parte compensati dall’accelerazione dei prezzi degli Alimentari non lavorati (da +4,9% a +5,8%).

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni scende su valori negativi (a -1,3%), mentre quella dei servizi rimane su valori positivi, sebbene in ulteriore rallentamento (da +4,1% a +3,7%), determinando un ampliamento del differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni (+5,0 punti percentuali, dai +4,1 di ottobre).

Continuano a rallentare in termini tendenziali i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona (da +6,1% a +5,8%) e quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +5,6% a +4,8%).

La diminuzione congiunturale dell’indice generale si deve principalmente ai prezzi degli Energetici non regolamentati (-3,8%), di quelli regolamentati (-2,4%), dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (-1,3%) e dei Servizi relativi ai trasporti (-0,7%); tali effetti sono stati solo in parte compensati dall’incremento dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+0,9%) e lavorati (+0,6%).

L’inflazione acquisita per il 2023 è pari a +5,7% per l’indice generale e a +5,1% per la componente di fondo.

Buone notizie anche dall'Europa, il dato preliminare sull’andamento dei prezzi al consumo in area euro a novembre 2023 calcolato da Eurostat, registra un incremento annuale del 2,4%, rispetto al +2,9% di ottobre.

La riduzione del tasso di inflazione non deve far abbassare la guardia, siamo alla vigilia dei mesi freddi e i prezzi di gas e petrolio stanno risalendo. Abbiamo visto lo scorso anno e nei primi mesi del 2023 che l’alto livello dell’inflazione ha pesanti effetti sui bilanci delle famiglie, la stessa Istat ha calcolato che la spesa media mensile per consumi delle famiglie residenti in Veneto nel 2022 è di circa 2.563 euro, di questi 450 euro sono per prodotti alimentari e bevande analcoliche, vale a dire 5.400 euro in un anno.

L’aumento dell’inflazione è «la più iniqua delle tasse» in quanto riduce il potere d’acquisto e colpisce i ceti meno abbienti che spendono in consumi la maggior parte del loro reddito, come scriveva Luigi Einaudi.

Inoltre l’Italia è l’unico Paese Ocse in cui i salari reali sono diminuiti di più nell’ultimo anno. Meno 7,3%. Il problema è che piove sul bagnato. Infatti sempre l'Ocse ha calcolato che negli ultimi trent’anni, complice la stagnazione di Pil e produttività: in Italia i salari reali sono diminuiti (-3%), mentre la Germania segna +34%, la Francia +31% e la Spagna +6%. I nati dopo il 1986 hanno il reddito pro-capite più basso della storia italiana.

Per questo bisogna agire e mettere in atto strategie che permettono di risparmiare sulla spesa alimentare.

Combattere lo spreco alimentare

Il Rapporto ‘Il caso Italia’ 2023 di Waste Watcher International rivela che lo spreco domestico di cibo è diminuito rispetto all’indagine precedente: nel 2022 abbiamo gettato 524,1 g di cibo pro capite alla settimana, ovvero -12% rispetto all’indagine di un anno fa. Il valore dello spreco domestico, secondo le stime del report, è comunque alto: 6,48 miliardi di euro all’anno. Considerando l’intera filiera – dal produttore al consumatore, fra perdite in campo e sprechi nella catena dell’industria e della distribuzione del cibo – sono state buttate poco più di 4,2 milioni di tonnellate di cibo, per un valore di 9,3 miliardi di euro. L’indagine ha approfondito anche le abitudini di spesa e consumo, scoprendo che nell’ultimo anno gli italiani e le italiane hanno ridotto il consumo extra-domestico di pasti, hanno manifestato una maggiore attenzione e sobrietà nelle abitudini di acquisto e una maggior attenzione alla prevenzione degli sprechi (anche in risposta all’inflazione). Sul podio dei cibi più sprecati ogni giorno, c’è la frutta per 3,4 grammi, il pane (2,3 gr), seguono insalata, verdure, aglio e cipolle. Rispetto a due anni fa e a parità di budget destinato alla spesa alimentare, quasi 1 italiano su 3 presta attenzione alla riduzione del consumo di carne (26%), e 4 italiani su 10 quando fanno la spesa ragionano sulla base di promozioni e offerte, ma anche della sostenibilità di produzione e consumo del cibo (27%).

Consigli e trucchi per risparmiare

  • Mangia prima di uscire. Studi condotti negli ultimi anni hanno dimostrato che, andando a fare la spesa alimentare a stomaco pieno si è più coscienti di quello che letteralmente si ha bisogno. Andando affamati invece, si é più propensi ad arraffare qualsiasi cosa.
  • Prima di uscire controlla cosa hai in frigo e in dispensa. Succede spesso di andare al supermercato e di non ricordare cosa si ha in casa: così si finisce per acquistare «doppioni».
  • Fai la lista della spesa. Proprio per evitare i «doppioni» non fidarti della tua memoria ma prepara una lista scritta, avrai la certezza di non dimenticare che cosa serve ed eviterai di acquistare prodotti inutili.
  • Non portare con te i bambini. Se è possibile sarebbe preferibile andare a fare la spesa senza i figli, frequentemente chiedono di acquistare prodotti che non servono e non è sempre facile dire di no.
  • Cerca buoni sconto e coupon. A volte vengono abbinati a prodotti acquistati, più spesso bisogna procurarseli. Diversi siti internet distribuiscono coupon e buoni sconto in collaborazione con le varie marche. Vale sempre la pena dedicare del tempo per procurarseli e presentarli alla cassa …e se la persona dietro di te brontola per il tempo di attesa, non sentirti in colpa, non solo è un tuo diritto ma il portafoglio ti ringrazierà.
  • Non farti distrarre. I supermercati hanno i prodotti più importanti alla fine del negozio così sei costretto a fare il giro e magari metti nel carello qualcosa che non ti serve. Per questo è importante non farsi distrare e andare a colpo sicuro nelle corsie dei prodotti scritti nella tua lista.
  • Acquisto singolo o a pacchi facendo attenzione alle scadenze. Non c’è una regola unica, confrontate sempre i prezzi al chilo, non facendosi fuorviare dalle quantità, senza però dimenticare le proprie esigenze perché se pago meno una cassetta di verdura mai poi ne getto la metà allora è meglio acquistarne meno a un prezzo più alto ma non gettare nulla. Attenzione al fenomeno della shrinkflation! (vedi qui)
  • Non comprare verdura e frutta prelavata e pretagliata. Le buste pronte sono sicuramente comode ma costano di più, meglio il fai da te.
  • Compera frutta e verdura di stagione, se hai qualche dubbio puoi consultare il Calendario stagionalità di frutta e verdura (cliccando qui) preparato dal Il Dipartimento di Prevenzione della USSL 9 Scaligera.
  • Non farti tentare dalle marche. Ricordati che non sempre una marca famosa è meglio, leggi l’etichetta, gli ingredienti e confronta i prezzi.
  • Guarda in basso. Esporre i propri prodotti in un supermercato può avere un costo: i prodotti delle aziende che pagano di più vengono posizionati a metà scaffale perché sono ad altezza occhi, più facile da notare e da prendere. Mentre i prodotti meno famosi e che, magari, sborsano meno si trovano negli scaffali in basso, abbassa lo sguardo potresti trovare ottimi prodotti a prezzi vantaggiosi.
  • Grattugia il formaggio, quello imbustato costa di più;
  • Non bisogna essere pigri e fermarsi dove si è più comodi perché i prodotti hanno prezzi di vendita che variano non solo tra le diverse catene ma a volte anche tra punti vendita appartenenti allo stesso marchio. Sarebbe utile fare confronti di prezzo tra più punti vendita, così da scegliere quello più conveniente dove fare la spesa.

Risparmio annuo ottenibile

Come abbiamo visto, in Veneto la spesa alimentare annua è pari a 5.402,28 euro/anno. Se facciamo attenzione a:

1. ridurre lo spreco;
2. acquistare prodotti di stagione;
3. utilizzare coupon/sconti;
4. verificare cosa si acquista e dove possibile evitare prodotti pretagliati e lavati;
5. non fermarsi al supermercato più comodo;

possiamo ottenere un risparmio nell’ordine del 15/20%, vale a dire tra gli 810 e i 1.080 euro/anno.

Ma la spesa alimentare non è la sola su cui agire, ci sono molti altri capitoli nel bilancio delle famiglie su cui risparmiare senza rinunciare a nulla ma semplicemente mettendo in pratica alcuni accorgimenti che scoprirete nei prossimi giorni.

CATEGORIA RISPARMIO ANNUO IN EURO
ACQUA 30 €
ENERGIA ELETTRICA 160 €
GAS 135 €
SPESA ALIMENTARE 1.000 €
CONTO CORRENTE 100 €
TELEFONIA MOBILE 100 €
TELEFONIA/INTERNET 204 €
TELEFONO FISSO 30 €
RC AUTO 250 €
MUTUO 1.128 €
PRESTITO PERSONALE 270 €
ACQUISTI 870 €
TOTALE RISPARMIO IN UN ANNO 4.277 €

 Segui i nostri consigli e ti accorgerai quanto potrai risparmiare.