Inflazione a ottobre +0,9% dallo +0,7% di settembre

A ottobre, secondo le stime preliminari Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,9% su base annua. Il lieve aumento è soprattutto da imputare all’andamento dei prezzi dei Beni alimentari

Secondo i dati preliminari Istat per il mese di ottobre l'inflazione nel nostro Paese è aumentata dello 0,9% dallo 0,7% di settembre.

La lieve accelerazione del tasso d’inflazione riflette principalmente l’andamento dei prezzi dei Beni alimentari, sia lavorati (da +1,5% a +2,0%) sia non lavorati (da +0,3% a +3,3%) e, in misura minore, l’attenuazione della flessione dei prezzi dei Beni energetici non regolamentati (da -11,0% a -10,2%). Un sostegno alla dinamica dei prezzi si deve anche all’aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +2,4% a +2,8%). Tali effetti sono stati solo in parte compensati dalla decisa decelerazione dei prezzi dei Beni energetici regolamentati (da +10,4% a +2,0%) e dei prezzi dei Servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,0% a +3,6%).

I prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona accelerano su base tendenziale (da +1,0% a +2,2%), come anche quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +0,5% a +1,0%).

Nel mese di ottobre l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, resta stabile a +1,8% e quella al netto dei soli beni energetici accelera a +1,9% (da +1,7%).

La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni registra una flessione meno ampia rispetto al mese precedente (da -0,9% a -0,5%) e quella dei servizi risulta in decelerazione (da +2,8% a +2,6%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni si riduce, portandosi a +3,1 punti percentuali (dai +3,7 di settembre).

L’inflazione acquisita per il 2024 è pari a +1,0% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo.

Nel comparto alimentare la dinamica tendenziale dei prezzi risulta in accelerazione (+2,4% da +1,1% di settembre), con effetti che si manifestano sul “carrello della spesa” (+2,2% da +1,0%). Al contrario, i prezzi dei Beni energetici accentuano il calo su base annua (-9,1% da -8,7%), nonostante l’aumento congiunturale della componente regolamentata. In decelerazione sono infine i prezzi dei servizi ricreativi e culturali (+3,6% da +4,0%) e dei trasporti (+2,8% da +2,4%). A ottobre l’inflazione di fondo resta a +1,8%.

L’inflazione annuale dell‘area dell’euro dovrebbe attestarsi al 2,0% a ottobre, in aumento rispetto all’1,7% di settembre, secondo una stima flash di Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione Europea.

Guardando alle principali componenti dell’inflazione dell’area dell’euro, si prevede che i servizi avranno il tasso annuo più alto in ottobre (3,9%, stabile rispetto a settembre), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (2,9%, rispetto al 2,4% di settembre), beni industriali non energetici (0,5%, rispetto allo 0,4% di settembre) ed energia (-4,6%, rispetto al -6,1% di settembre).

L’aumento dell’inflazione è «la più iniqua delle tasse» in quanto riduce il potere d’acquisto e colpisce i ceti meno abbienti che spendono in consumi la maggior parte del loro reddito, come scriveva Luigi Einaudi.

Inoltre, l’Italia è l’unico Paese Ocse in cui i salari reali sono diminuiti di più nell’ultimo anno. Meno 7,3%. Il problema è che piove sul bagnato. Infatti sempre l'Ocse ha calcolato che negli ultimi trent’anni, complice la stagnazione di Pil e produttività, in Italia i salari reali sono diminuiti (-3%), mentre la Germania segna +34%, la Francia +31% e la Spagna +6%. I nati dopo il 1986 hanno il reddito pro-capite più basso della storia italiana.

Per questo bisogna agire e mettere in atto strategie che permettono di risparmiare sulla spesa alimentare.

Combattere lo spreco alimentare

Il Rapporto “Il caso Italia” 2023 di Waste Watcher International certifica che scende lo spreco nelle case italiane: nel 2022, abbiamo gettato 75 grammi di cibo al giorno, quindi 524,1 g settimanali ovvero -12% rispetto all’indagine di un anno fa.

Come cittadini, sprechiamo 3,4 grammi di frutta al giorno e 2,3 di pane: in un anno poco piu’ e poco meno di 1 kg pro capite. Nella hit nefasta degli sprechi anche insalata, verdure, aglio e cipolle.

Gettiamo in media 524,1 grammi pro capite a settimana, ovvero circa 75 grammi di cibo al giorno e 27,253 kg annui: ca il 12% in meno rispetto alla medesima indagine del 2022 (595,3 grammi settimanali). Un dato che si accentua a sud (+ 8% di spreco rispetto alla media nazionale) e per le famiglie senza figli (+ 38% rispetto alla media italiana).

Per 1 italiano su 3 (33%) diminuiscono drasticamente le colazioni, pranzi e per 4 italiani su 10 anche l’abitudine dalla cena al ristorante (42%).

Diventano centrali i temi relativi alla sostenibilità alimentare (36%): il 35% del panel ha aumentato il consumo di legumi e derivati vegetali a scapito della carne e delle proteine animali, mentre il 29% ha aumentato l’acquisto di prodotti a km0.

E nonostante l’aumento dei prezzi al consumo, la spesa alimentare è infatti quella che diminuisce meno (18%), dietro solo alle spese mediche (11%) e di cura alla persona (17%).

Consigli e trucchi per risparmiare

  • Mangia prima di uscire. Studi condotti negli ultimi anni hanno dimostrato che, andando a fare la spesa alimentare a stomaco pieno si è più coscienti di quello che letteralmente si ha bisogno. Andando affamati, invece, si é più propensi ad arraffare qualsiasi cosa;
  • Prima di uscire controlla cosa hai in frigo e in dispensa. Succede spesso di andare al supermercato e di non ricordare cosa si ha in casa: così si finisce per acquistare «doppioni»;
  • Fai la lista della spesa. Proprio per evitare i «doppioni» non fidarti della tua memoria ma prepara una lista scritta, avrai la certezza di non dimenticare le cose che servono ed eviterai di acquistare prodotti inutili;
  • Non portare con te i bambini. Se è possibile sarebbe preferibile andare a fare la spesa senza i figli, frequentemente chiedono di acquistare prodotti che non servono e non è sempre facile dire di no;
  • Cerca buoni sconto e coupon. A volte vengono abbinati a prodotti acquistati, più spesso bisogna procurarseli. Diversi siti internet distribuiscono coupon e buoni sconto in collaborazione con le varie marche. Vale sempre la pena dedicare del tempo per procurarseli e presentarli alla cassa…e se la persona dietro di te brontola per il tempo di attesa, non sentirti in colpa, non solo è un tuo diritto ma il portafoglio ti ringrazierà;
  • Non farti distrarre. I supermercati hanno i prodotti più importanti alla fine del negozio così sei costretto a fare il giro e magari metti nel carello qualcosa che non ti serve. Per questo è importante non farsi distrarre e andare a colpo sicuro nelle corsie dei prodotti scritti nella tua lista;
  • Acquisto singolo o a pacchi facendo attenzione alle scadenze. Non c’è una regola unica, confrontate sempre i prezzi al chilo, non facendovi fuorviare dalle quantità, senza però dimenticare le proprie esigenze perché se pago meno una cassetta di verdura mai poi ne getto la metà allora è meglio acquistarne meno a un prezzo più alto ma non gettare nulla. Attenzione al fenomeno della shrinkflation! (vedi qui);
  • Non comprare verdura e frutta prelavata e pretagliata. Le buste pronte sono sicuramente comode ma costano di più, meglio il fai da te;
  • Compera frutta e verdura di stagione, se hai qualche dubbio puoi consultare il Calendario stagionalità di frutta e verdura (cliccando qui) preparato dal Il Dipartimento di Prevenzione della USSL 9 Scaligera;
  • Non farti tentare dalle marche. Ricordati che non sempre una marca famosa è meglio, leggi l’etichetta, gli ingredienti e confronta i prezzi;
  • Guarda in basso. Esporre i propri prodotti in un supermercato può avere un costo: i prodotti delle aziende che pagano di più vengono posizionati a metà scaffale perché sono ad altezza occhi, più facile da notare e da prendere. Mentre i prodotti meno famosi e che, magari, sborsano meno si trovano negli scaffali in basso, abbassa lo sguardo e potresti trovare ottimi prodotti a prezzi vantaggiosi;
  • Grattugia il formaggio, quello imbustato costa di più;
  • Non bisogna essere pigri e fermarsi dove si è più comodi perché i prodotti hanno prezzi di vendita che variano non solo tra le diverse catene ma a volte anche tra punti vendita appartenenti allo stesso marchio. Sarebbe utile fare confronti di prezzo tra più punti vendita, così da scegliere quello più conveniente dove fare la spesa.

Risparmio annuo ottenibile

Come abbiamo visto, in Veneto la spesa alimentare annua è pari a 5.402,28 euro/anno. Se facciamo attenzione a:

1. ridurre lo spreco;
2. acquistare prodotti di stagione;
3. utilizzare coupon/sconti;
4. verificare cosa si acquista e dove possibile evitare prodotti pretagliati e lavati;
5. non fermarsi al supermercato più comodo;

possiamo ottenere un risparmio nell’ordine del 15/20%, vale a dire tra gli 810 e i 1.080 euro/anno.

Ma la spesa alimentare non è la sola su cui agire, ci sono molti altri capitoli nel bilancio delle famiglie su cui risparmiare senza rinunciare a nulla ma semplicemente mettendo in pratica alcuni accorgimenti che scoprirete nei prossimi giorni.

CATEGORIA RISPARMIO ANNUO IN EURO
ACQUA 30 €
ENERGIA ELETTRICA 337 €
GAS 400 €
SPESA ALIMENTARE 1.080 €
CONTO CORRENTE 100 €
TELEFONIA MOBILE 70 €
TELEFONIA/INTERNET

257 €

TELEFONO FISSO 72 €
RC AUTO 583 €
CARBURANTE 354 €
MUTUO 1.400 €
PRESTITO PERSONALE 247 €

ACQUISTI

830 €
TOTALE RISPARMIO IN UN ANNO 5.760 €

Scopri la nostra GUIDA  AL RISPARMIO 2024 (cliccando qui), troverai molti consigli utili per il tuo bilancio familiare..